La storia dell’Arma dei Carabinieri è legata alla scelta del nome “Pastrengo” per il nuovo Toscano. In molti sapranno che la battaglia di Pastrengo è un avvenimento che si innesta nella più ampia storia della Prima Guerra di Indipendenza. Celebre è la carica dei carabinieri reali a cavallo che, il 30 aprile 1848, costrinse alla ritirata ben due battaglioni austriaci. Ancora oggi quell’episodio, a distanza di quasi centosettanta anni, viene rievocato dal 4° Reggimento Carabinieri a Cavallo non solo in Italia, ma anche all’estero. Ed è forse questo il motivo per il quale le Manifatture Sigaro Toscano, insieme al Comando Generale dell’Arma, hanno scelto il nome “Pastrengo”.
Il sigaro è venduto al pubblico nella confezione da due sigari interi (al costo di Euro 4,50) e nel suggestivo cofanetto da collezione da cinque pacchetti (dieci sigari, al costo di Euro 25,00), i quali, l’uno affianco all’altro, compongono una scena della battaglia. La fascetta colpisce per la sua semplicità e le sue sfumature cromatiche: la scritta bianca “patrengo” campeggia su uno sfondo che va dal rosso vivo all’aragosta, dando l’illusione ottica che, a cingere il manufatto, sia una fascetta di raso più che di carta.
All’esame visivo, il Toscano Pastrengo sorprende per la sua costruzione. Nonostante sia un “machine made”, realizzato con tabacchi esclusivamente di provenienza nazionale, la pancia è più generosa rispetto ad altri sigari “meccanizzati”, inoltre la foglia di fascia, di un luminoso marrone scuro dai riflessi rossicci, si presenta con venature poco pronunciate (in taluni esemplari, non sono neppure presenti).
Note di fumata.
Toscano Pastrengo: a crudo sono presenti decisi sentori di cuoio, legno e frutta secca (noce in particolare). Una volta acceso, il sigaro si presenta subito spiccatamente sapido, con aromi vegetali (presente), di cuoio (lieve) e un’importante nota di noce. La forza si attesta su un registro medio, facendo da giusto contrappunto all’impianto aromatico (3/5). Tuttavia emerge di fondo un sentore ammoniacale riconducibile alla freschezza del manufatto (e che accompagnerà tutta la fumata). Nella parte centrale della fruizione si avverte una leggera evoluzione del sapore: il sapido iniziale viene “ammorbidito” da una componente dolce che riequilibra tutta la fumata. Poco da segnalare sugli aromi percepiti: la noce rimane predominante, il sentore vegetale si affievolisce per lasciare il posto, sul passaggio dal secondo terzo all’atto finale, al pepe. La forza aumenta, passando da un registro medio ad un valore medio-forte (4/5). Il finale resta sostanzialmente legato alla parte centrale della fumata: la forza resta contenuta sul medio-forte, la noce continua ad imperare sugli altri aromi (pepe, vegetale), ma spicca un sorprendente eco di mandorla che illumina gli ultimi momenti della fruizione. Sul finire, una sensazione piccante sbilancia un po’ il sigaro, tanto da rendere necessario rinfrescare la cavità orale con delle bevande fresche.
Sostanzialmente un sigaro che sorprende per la sua semplicità. Ricorda vagamente i primi Antica Tradizione immessi sul mercato. Anche da ammezzato, il Pastrengo appaga positivamente, soprattutto se si cerca una fumata “robusta” ma limitata nel tempo, magari per concludere degnamente un pasto (meglio se post pranzo).
Valutazione: A
All’atto dell’acquisto prestate attenzione all’umidificazione del Pastrengo. Il giorno dopo il lancio ufficiale, infatti, il sigaro era molto umido e tale caratteristica non era ascrivibile ad una conservazione errata da parte del tabaccaio. La produzione del Pastrengo, infatti, almeno per i quattro sigari testati, era riconducibile alla 46esima settimana del 2013 (quindi metà novembre). Pertanto è ragionevole ritenere che la produzione e la successiva commercializzazione sia stata frenetica.
Prestate attenzione, quindi, a concedere al Pastrengo il giusto tempo per perdere umidità (se la riscontrate al momento dell’apertura del pacchetto). Motivo per il quale abbiamo atteso qualche giorno prima di presentarvi la recensione di questo nuovo prodotto della linea Toscano.