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Sotto 6
6-10
10-15
15-20
20-30
Oltre 30
Forza
Leggera
Medio-leggera
Media
Medio-forte
Forte
Valutazione
95-100
90-94
85-89
80-84
Inferiore a 80
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Profilo aromatico
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ABV
38.0-39.9%
40.0-43.0%
43.1-46.0%
46.1-50.0%
50.1-55.0%
over 55.0%
OB o IB
OB
IB
Prezzo
Sotto 50
50-100
100-250
250-500
over 500
Valutazione
95-100
90-94
85-89
80-84
Inferiore a 80
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Fruttato
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Speziato
Torbato
Vinoso

The English Virgin Oak Cask Small Batch Release

The English Virgin Oak Cask Small Batch Release

The English Virgin Oak Cask Small Batch Release 800 449 Vincenzo Salvatore

Creato nel 2006 a Roudham, nel cuore del Norfolk, The English è il brand con cui negli ultimi anni la St George’s Distillery ha fatto rinascere la tradizione del whisky inglese. Questa forte identità territoriale non gli ha però impedito di intrattenere importanti rapporti con i cugini scozzesi: il loro primo mastro distillatore fu infatti Ian Henderson, ex di Laphroaig, e molti dei loro malti provengono da oltre il Vallo di Adriano.

Uscito ad aprile 2019 in edizione limitata, questo Virgin Oak Cask è però un progetto del tutto nuovo: dedicato a San Giorgio, santo patrono d’Inghilterra, questo whisky è stato realizzato con malto autoctono del 2013 invecchiato per sei anni in botti vergini di quercia bianca americana. Ne sono state realizzate solo 2689 bottiglie senza filtrazione e aggiunta di coloranti. Grado alcolico del 46%.

  • ABV: 46%
  • Botti: americane nuove
  • Età: 6 anni
  • Tiratura: 2689 bottiglie
  • Prezzo: €50 – €100
  • Reperibilità: medio bassa
THE ENGLISH VIRGIN OAK CASK SMALL BATCH

NOTE DEGUSTATIVE THE ENGLISH VIRGIN OAK CASK SMALL BATCH

Naso

ottima intensità aromatica con sentori tostati di frutta secca, zenzero candito, dattero, e cumino. Il legno vergine è ben presente con un deciso carattere vanigliato, ma non risulta mai invadente. Nota alcolica bilanciata.

Palato

entrata morbida di crema di mandorle e frutta vanigliata, a cui seguono note più intense di noce moscata e toffee al cacao. La dolcezza è trova equilibrio nel deciso calore dell’alcol che riempie il palato.

Finale

ottimo finale speziato e piccante che riprende la frutta secca e aggiunge delle note di pepe nero e fava di cacao. Caldo, intenso, e soddisfacente.

Questo Virgin Oak Cask è una gradita sorpresa. Le botti vergini sono ottimamente gestite in un prodotto bilanciato e intrigante. Il profilo pulito non lascia spazio a debolezze e fa ben sperare per i futuri invecchiamenti superiori di questa versione. Consigliato.

Valutazione in centesimi: 88

6 commenti
  • Si fa per parlare ovvero per ampliare il proprio bagaglio. Secondo me una quercia bianca nuova non conferisce tutto quel colore. Tu che ne pensi?

    • Vincenzo Salvatore 09/02/2020 a 15:08

      Figurati, ti ringrazio anzi per il commento. In genere le botti nuove rilasciano molto colore proprio perché sono cariche al massimo di tannini concianti, in particolare le più cedevoli botti americane, e soprattutto che a che grado di tostatura vengono sottoposte. Rimanendo in Scozia, anche il Benromach Organic e l’Auchentoshan Virgin Oak sono invecchiati al 100% in botti vergini senza colorante aggiunto e hanno un colore altrettanto, se non più, carico di questo The English. Negli ultimi anni si è anche parlato con vena alquanto critica e polemica della bourbonizzazione degli scotch proprio a causa della moda delle botti vergini.

      • Ma stiamo parlando di botti tostate?

        • Vincenzo Salvatore 10/02/2020 a 15:09

          Non è specificato da nessuna parte, ma non è nemmeno obbligatorio farlo. In generale tutte le botti subiscono un minimo processo di tostatura per rinforzare la struttura e ottenere la desiderata capacità di rilascio di tannini, lattoni, e via dicendo. Non a caso si distingue tra tostatura e carbonizzazione (toasting e charring), con la seconda che è strettamente regolata nell’industria del bourbon in una scala tecnica con gradi che vanno da #1 per 15 secondi a #4 per 55 secondi (ed esperimenti sino a grado #7).

          • Non posso che ringraziarti per le tue risposte che hanno colmato una mia lacuna non da poco:
            Ignoravo che tutte le botti fossero perlomeno tostate mentre ero a conoscenza della sola carbonizzazione per quanto riguarda i bourbon. Decisamente imperdonabile!!

            • Vincenzo Salvatore 10/02/2020 a 16:20

              Piacere mio! La tostatura è la fase forse più importante della realizzazione di una botte e personalmente credo sia molto utile capire a fondo come agisce sul legno e che effetto ha sul contenuto (che sia vino o distillato). Purtroppo è anche un aspetto molto poco discusso nel mondo del whisky, come anche del vino, sia per una questione di difficoltà che per una specie di omertà sulle tecniche produttive. In particolare nel mondo degli scotch è spesso ignorato per via del’utilizzo tradizionale di botti re-fill (quindi già ampiamente scaricate dal tempo) che rendono in teoria meno importante parlare della costruzione della botte. Eppure non è così. Tanto che molti nuovi volti nel mondo delle distillerie artigianali hanno improntato il proprio successo su una totale trasparenza riguardo le tecniche produttive proprio a partire dalle specifiche delle botti di invecchiamento.