E’ già in distribuzione l’ultimo prodotto del Moderno Opificio Sigaro Italiano: l’Ambasciator Italico Superiore Riserva Premium Edizione 2016. Nome lungo ed altisonante per un sigaro che è una rivisitazione del Superiore, manufatto che ha segnato l’affermazione sul mercato di questa nuova realtà tabacchicola italiana. Il cofanetto previsto per quest’anno (non a caso il lancio è avvenuto ad un mese dalle festività natalizie), pur mantenendo il prezzo di quello del 2015 (Euro 35), contiene dieci sigari rispetto ai precedenti sette, a tutto beneficio del fumatore, in un packaging completamente rinnovato.
Nulla di nuovo riguardo alla miscela che compone questo Superiore:
- Fascia: Kentucky nordamericano (Tennessee)
- Ripieno: blend di Kentucky italiani (Campania, Veneto, Toscana) e nordamericani (Tennessee)
- Maturazione di dodici mesi.
La particolarità che eleva questo Superiore a “Riserva Premium” è un ulteriore affinamento di tre mesi in grandi botti precedentemente utilizzate da una distilleria veneta per affinare Grappa di Prosecco. Non siamo, tuttavia, in presenza di un aromatizzato che, per nomenclatura e tecnica, segue altri processi (fra tutti, l’aromatizzazione è aggiunta al tabacco prima della lavorazione in sigaro) ed è assoggettato ad una stringente normativa di produzione. La tecnica di maturazione del sigaro in botte è stata seguita passo passo dal master blender della Mosi, Domenico Napoletano, che ha dapprima testato l’affinamento di piccole quantità di Superiore per elaborare il giusto tempo di cui necessitava il sigaro per acquistare quella nota in più che non andasse, però, a snaturare il prodotto.
Visivamente, il Superiore Riserva Premium si presenta avvolto nella più classica fascia color tonaca di frate, dai riflessi gialli, non molto ruvida né con troppe venature, trattandosi pur sempre di Kentucky. Il ripieno risulta omogeneo e il tiraggio regolare.
Note di fumata.
Ambasciator Italico Superiore Riserva Premium Edizione 2016: al naso, risultano subito percepibili i profumi riconducibili agli ultimi tre mesi in botte che aveva contenuto grappa: frutta matura, vinacce, mosto d’uva che sovrastano le timide note di legno e terra. Nel tiraggio a crudo, è netta la nota che richiama l’uva.
Una volta acceso, l’ingresso di fumata è spiccatamente dolce, con una tenue nota acida che non guasta. Si percepisce dopo pochi puff come la dolcezza sia indotta e non tipica del sigaro. Aromaticamente, ben definite sono le note che ricordano l’uva matura, la vaniglia ed anche il caffè tostato, su uno sfondo di legno e spezie. La forza è media (3/5).
Con il passare dei minuti, verso la metà della fumata alla maremmana, la dolcezza che aveva accompagnato la fase iniziale comincia a lasciare il passo ad una evidente sapidità, così come gli aromi virano su impronta che meglio ricorda il carattere del superiore: minerale, caffè, accenni di pepe e più marcate note speziate. La forza si irrobustisce, divenendo medio – alta (4/5).
Nessun problema desta la combustione che procede senza alcuna necessità di correzioni.
Il Superiore Riserva Premium appare un sigaro ben bilanciato (e non era facile ottenerlo con un inconsueto affinamento in botte usata), mediamente complesso, dall’ottima intensità aromatica e persistenza. In definitiva, questo “rinnovato” Superiore è risultata una sfida sul filo del rasoio per Mosi: produrre un sigaro nuovo senza cadere nel tranello di una “aromatizzazione” troppo marcata. Difatti, così come dichiarato apertamente dal Moderno Opificio, il Riserva Premium è un prodotto per coloro che amano abbinare un distillato alla fumata di un bitroncoconico Kentucky, da concedersi di tanto in tanto per una piacevole divagazione dalla canonica fruizione. Probabilmente non sarà il manufatto per i puristi del sigaro italiano i quali potranno sempre trovare porto sicuro in sigari come il Classico lungo o il Superiore in produzione regolare.
Voto finale: A