La particolarità del tabacco utilizzato per questo Antico Sigaro Nostrano del Brenta “il Doge” rappresenta senza dubbio uno dei punti focali della tradizione italiana. La particolare manifattura (si tratta di sigari interamente realizzati a mano), l’origine del tabacco (da seme habano coltivato in Italia) e le particolari doti organolettiche conferiscono a questo prodotto caratteristiche davvero di rilievo, distanti dall’approccio del tabacco Kentucky e certamente più affini ai prodotti caraibici.
In attesa delle annunciate novità in “rampa di lancio” nei prossimi mesi, abbiamo testato con attenzione il “Doge”, degustato sia intero che “ammezzato” per valutarne le differenze e le peculiarità. Quello che segue è il risultato di questa comparativa atipica, con al centro del dibattito un prodotto certamente fuori dal coro e destinato a cambiare il modo di fumare in territorio “made in Italy”.
Esteticamente il Doge si presenta in maniera egregia. Si nota una certa cura nella manifattura, la foglia di fascia è gradevole all’occhio (sia per il colore che per la texture) e racchiude un riempimento regolare e senza eccessi. L’esemplare ammezzato presenta un tiraggio ovviamente più aperto. A crudo le sensazioni sono positive: il legno morbido e delicato, tendenzialmente dolce, fa subito intendere il territorio in cui si andrà ad affrontare la fumata.
Note di fumata:
Antico Sigaro Nostrano del Brenta “il Doge” Ammezzato: l’accensione è agevole e il tiraggio è ampio. Sentori di legno giovane e note vegetali molto gradevoli si affacciano immediatamente al palato. La parte più soddisfacente è la prima parte dell’espulsione del fumo, caratterizzata da un’ottima intensità aromatica e una finezza apprezzabile, mentre il retrogusto evidenzia un corpo più terroso e quasi speziato. La cenere è bianca, compatta e di buona qualità. I puff più gradevoli sono quelli “meno forzati”, visto che è proprio in questa circostanza che il sigaro riesce a sprigionare la morbida ed elegante aromaticità che lo contraddistingue. A tratti sono presenti note floreali e leggermente mielose, ben integrate su base dolce. La persistenza post-puff è avvertibile ma è quella post-fumata che fa la differenza: lunga, profonda e fine. La forza si attesta su un valore medio (2,5/5), tranne sul finale dove si aggiunge mezzo punto complessivo (3/5)
Antico Sigaro Nostrano del Brenta “il Doge” alla maremmana: l’attacco è più lento e il tiraggio è inizialmente leggermente più costretto ma comunque soddisfacente. Gli aromi sono soavi e stuzzicano il palato senza fretta. Si incontrano quasi subito erbe aromatiche di buona qualità, subito raggiunte da sentori inequivocabili di frutta secca. Il legno è meno avvertibile rispetto all’esemplare ammezzato, pur essendo presente. Il prosieguo di fumata vede, in concomitanza con l’allargamento dell’anello di combustione, l’aggiunta di leggere note di vaniglia su un sottofondo di sapori dolci, ben bilanciati. Il puff è “rotondo” quando si giunge a metà fumata. La finezza del tabacco e degli elementi che lo compongono (aromi e sapori) è davvero positiva. La meccanica di fumata è senza sbavature: il ritmo cadenzato è necessario in funzione del ring ridotto, la cenere compatta è di un bel bianco chiaro. Si tratta di una sigaro che richiede attenzione, va trattato come un “lancero” caraibico per ottenere il meglio in fase di fumata. La forza complessiva rientra nei canoni già evidenziati per l’ammezzato, con una partenza però nel primo centimetro di fumata leggermente meno rilevante (2/5)
Complessivamente un sigaro adatto ai palati di chi fuma abitualmente “caraibico” (ricordiamo che va conservato in humidor alle medesime condizioni di umidità e temperatura) che soddisfa per finezza, morbidezza e qualità aromatiche di tutto rispetto. Il rapporto qualità/prezzo è decisamente ottimo. Il fatto che presenti un’estetica più vicina al Toscano non deve ingannare: la forza è sempre abbastanza contenuta e questo permette al sigaro di vantare un equilibrio pregevole.
Un sigaro italiano decisamente sorprendente.
Valutazione: B