In questa guida sono affrontate tutte le tematiche che riguardano l’umidificazione.
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- Avviare un humidor per la prima volta o incrementare velocemente il tasso di umidità
- Dispositivi per l’umidificazione: tipologie e quali scegliere
- I tassi di umidità e l’umidità ottimale da tenere in humidor
- I dispositivi per il controllo dell’umidificazione: gli igrometri (tipologie e quali scegliere)
- Problemi legati ad un’umidificazione non adeguata
- Come intervenire se l’umidità non è corretta
AVVIARE UN HUMIDOR PER LA PRIMA VOLTA O INCREMENTARE VELOCEMENTE IL LIVELLO DI UMIDITA’
Per avviare un humidor per la prima volta, o per rialzare il livello di umidità a seguito di un abbassamento significativo, si può procedere in diversi modi. Attenzione a non innalzare troppo velocemente l’umidità se nell’humidor abbiamo dei sigari.
Il più veloce consiste nel prendere dell’acqua distillata (si usa sempre acqua distillata in quanto non contiene batteri che potrebbero intaccare i sigari) e, dopo averla messa in una tazzina (o in un recipiente, in base a quanto è grande lo spazio da umidificare), la si pone nell’humidor. Oltre a questo è bene passare anche un panno umido (sempre usando acqua distillata) sulle superfici dell’humidor. In questo modo velocizzeremo il processo. Quando l’umidità si sarà alzata, togliamo la tazzina ed inseriamo i dispositivi che abbiamo per umidificare.
DISPOSITIVI PER L’UMIDIFICAZIONE
I dispositivi per umidificare, necessari per il corretto mantenimento del tasso di umidità, sono vari. Si possono utilizzare delle spugnette, dei cristalli polimeri, del glicole propilenico, delle Boveda, dei beads. Attualmente, il sistema che reputiamo il migliore sono i beads. Inizialmente hanno un costo maggiore rispetto agli altri sistemi, ma una volta acquistati sono perenni. Inoltre, e soprattutto, i beads agiscono in 2 modi: aumentano il livello dell’umidità, se questa è troppo bassa, e la diminuiscono se è troppo alta. Quando si acquistano si può scegliere se comprare beads che mantengono un tasso di umidità del 60%, 65% o del 70%. Attraverso la mesh bag (retina microforata) che viene data in dotazione, non si ha nemmeno il problema di dover trovare un contenitore dove metterli (per tutte le opzioni di umidità dei beads, clicca qui).
Questa invece è la classica spugnetta che si trova negli humidor di piccole dimensioni (in sempre più casi, anzichè la spugnetta vengono utilizzati dei polimeri):
Ci sono poi anche sistemi più tecnologici per il controllo dell’umidità (umidificatori elettronici), ma solitamente vengono impiegati per humidor di maggiori dimensioni.
I TASSI DI UMIDITA’ E L’UMIDITA’ OTTIMALE
Qual è l’umidità ottimale? Non c’è una risposta esatta a questa domanda. La risposta dipende dalla tipologia di sigari, ovvero da dove questi sigari sono prodotti, e dal nostro palato:
Variazione del range ottimale in base alla tipologia dei sigari:
– sigari cubani: varia da circa il 60% al 72% di umidità. Questi estremi sono degli estremi da rispettare, in quanto sotto il 60% il sigaro inizia a divenire secco, mentre sopra il 72% diviene troppo umidificato. Il consiglio, per questi sigari, è un tasso compreso tra il 65 e il 68%.
– sigari caraibici: per i sigari che vengono prodotti in Nicaragua, Repubblica Dominicana, Honduras ecc. solitamente vengono impiegati dei tassi di umidità leggermente maggiori rispetto a quelli impiegati per i cubani. Il range varia dal 65% al 75%. Detto questo, il nostro palato è la base di giudizio migliore.
– sigari italiani o toscani: per il toscano e per i sigari kentuky il discorso cambia. Questi sigari vengono fumati anche se non tenuti in un ambiente ad umidità controllata. Le performance di fumata sono però decisamente inferiori rispetto a prodotti correttamente umidificati e riposti in humidor. Il range di umidità è inferiore a quello dei sigari. Solitamente si conservano tra il 55% ed il 70%, ma spesso molti fumatori di sigari italiano non superano il 65%.
DISPOSITIVI PER IL CONTROLLO DELL’UMIDITA’
Vi sono in commercio molti dispositivi che permettono il controllo dell’umidità. Dai più semplice e datati igrometri a capello, ai più moderni igrometri elettronici. Fondamentalmente tutti hanno lo stesso scopo e possono essere ritenuti validi.
Per una questione di spazio, gli igrometri elettronici sono più piccoli e sono anche in grado di misurare la temperatura (cosa che non guasta mai). Per sicurezza, il consiglio è di tenerne almeno 2 nell’humidor: sia per avere maggiore controllo, sia perchè tra le zone nell’humidor potrebbe esserci una leggera differenza. Nella parte alta, soltiamente, l’umidità è leggermente inferiore.
Gli igrometri elettronici si trovano online ad un prezzo inferiore ai 30€, come quelli del tipo riportato in figura. Ve ne sono anche di più costosi, con funzionalità aggiuntive (clicca qui per un’ampia scelta di igrometri, al miglior prezzo).
Gli igrometri a capello invece, come quello riportato nella foto qui sotto, sono più economici, ma anche più voluminosi. Vanno inoltre regolati prima di utilizzarli.
Per eseguire la taratura (negli igrometri tarabili) è sufficiente eseguire una procedura semplicissima:
- si prende un recipiente ermetico (vanno benissimo quelli da cucina, i tupperware per intenderci) e mettiamo all’interno l’igrometro;
- si prende una tazzina da caffè e la si riempie quasi completamente di sale fino. Nella tazzina mettiamo anche qualche goccia di acqua in modo che il sale si sciolga leggermente. Questa miscela non deve essere però troppo liquida.
- si mette anche la tazzina da caffè nel recipiente ermetico dove abbiamo messo l’igrometro e si chiude il tutto col coperchio.
- attendiamo qualche ora, 2-3 ore sono sufficienti. Apriamo il coperchio e quello che l’igrometro dovrebbe segnare è 75% di umidità. Quindi, se così non fosse, con un cacciavite lo si regola tramite la vite che solitamente è posta sul retro.
In alternativa, una procedura più voloce e sicura, è quella di utilizzare il kit di calibrazione boveda (clicca qui).
Si può seguire la stessa procedura anche per quelli elettronici, che solitamente hanno un range di errore dell’1-3%. E’ bene poi segnare sull’igrometri la differenza di umidità misurata, in modo da avere sempre un riferimento per avere la misurazione attendibile.
PROBLEMATICHE LEGATE AD UNA UMIDIFICAZIONE NON ADEGUATA
Quando i sigari non sono conservati in modo corretto, la fumata può venire compromessa in modo parziale o totale. I casi più frequenti legati ad una “mala conservazione” sono:
– umidità troppo bassa: il sigaro secca. Seccando perde gli oli presenti nelle foglie di tabacco e, di conseguenza, perde gran parte del suo aroma. Una volta acceso, la fumata sarà poco “saporita” e se non è stato riumidificato, si surriscalderà facilmente in quanto brucierà troppo velocemente. Va detto che, anche se riumidificato, il sigaro non riacquisterà gli aromi persi, migliorerà sicuramente, ma non tornerà più nella stessa situazione iniziale. Il livello di deterioramento dipende da quanto tempo il sigaro è rimasto esposto ad un umidità troppo bassa. La temperatura, in questo caso, può aumentare o diminuire il processo di deterioramento: con un umidità bassa ed una temperatura alta, il sigaro perderà più velocemente i suoi oli. Con una temperatura bassa ed un umidità bassa, i danni avverranno più lentamente. Se non si è in condizioni estreme, un sigaro può essere esposto a delle condizioni che non gli sono favorevoli per un certo periodo di tempo (anche giorni). Solitamente si usa far riposare nell’humidor un sigaro che è stato conservato in condizioni non ottimali per un periodo di tempo almeno pari a quello di “mala conservazione”. Ad esempio, se un sigaro è stato fuori dall’humidor per una settimana, lo si conserverà una settimana prima di fumarlo. Si deve però prestare attenzione ad evitare un eccessivo sbalzo di umidità. Se un sigaro è abbastanza secco, non va posto in un ambiente già correttamente umidificato: il sigaro è come una spugna, e quindi tenderà ad assorbire molta umidità in un breve periodo di tempo. Ciò farà gonfiare il sigaro e si potrebbero verificare delle lesioni alla capa, ovvero la foglia estera. Se questa foglia si lesiona, (o si rompe nel peggiore dei casi), la fumata verrà compromessa. Solitamente quello che avviene in è la rottura della capa nella zona del piede del sigaro. Quando vediamo dei sigari che presentano dei tagli sul piede (l’estremità opposta a quella che si porta in bocca) stiamo vedendo dei danni che sono, per la maggior parte dei casi, causati da degli sbalzi di umidità o da una conservazione con un umidità troppo elevata. Il consiglio è quindi quello di riporre il sigaro in una scatola leggermente umidificata e porlo all’interno dell’humidor, in modo che la sua riumidificazione sia graduale e non repentina.
– umidità troppo alta: il sigaro assorbe troppa umidità. Questo lo fa gonfiare troppo e, come già scritto precedentemente, si possono creare delle lesioni alla capa. Oltre a ciò, un’umidità troppo alta può anche portare alla formazione di muffe e funghi, che rovineranno il sigaro. Se si accende un sigaro con un alto tasso di umidità, solitamente giungono al palato aromi decisamente tannici, amari che non sono affatto gradevoli. Un sigaro conservato in un luogo troppo umido va messo in humidor in modo che venga ripristinata la sua condizione di umidità ottimale. Anche in questo caso è bene limitare forti sbalzi, ma l’abbassamento dell’umidità solitamente genera meno problemi (sempre se l’alta umidità non ne ha già creati).
– sbalzi di temperatura: temperatura ed umidità sono strettamente legate tra loro. Per questo motivo si deve evitare che nel nostro humidor la temperatura subisca della variazioni repentine in un breve lasso di tempo. Questo infatti porterebbe anche ad una variazione del tasso di umidità. Nel caso in cui la temperatura si abbassi velocemente, nell’humidor si creerebbe della condensa, molto pericolosa in quanto abbatte il tasso di umidità, trasformandola in goccioline di acqua. Più la condensa è forte, più acqua si formerà, e più sarà alto il rischio di bagnare letteralmente i sigari. Un incremento veloce della temperatura, invece, porterebbe ad un aumento dell’umidità nell’humidor e di conseguenza al problema di iper umidificazione (discusso precedentemente).
COME INTERVENIRE SE L’UMIDITA’ NON E’ CORRETTA
I casi principali sono 2: umidità troppo alta o umidità troppo bassa.
– umidità troppo bassa: si procede controllando che i dispositivi per l’umidificazione siano funzionanti, ovvero che sia presente dell’acqua al loro interno. Se non vi è acqua si procede al reintegro di essa. Se invece l’acqua è presente allora probabilmente la loro capacità di umidificazione non è sufficiente. Si deve quindi aggiungere un ulteriore dispositivo di umidificazione, oppure si deve sostituire quello utilizzato con uno di maggior capacità. Va sempre considerato anche l’ambiente nel quale è posto l’humidor. Se l’humidor sarà in un ambiente secco, sarà più facile che l’umidità tenda ad abbassarsi (anche solo l’apertura dell’humidor creerebbe infatti una perdita di umidità). Va quindi tenuta presente la cosa e si dovrebbe cercare di evitare di aprire l’humidor troppo spesso e per un lungo periodo di tempo. Un accorgimento che si può impiegare è quello di aumentare la quantità di legno nell’humidor: inserendo scatole anche vuote, oppure inserendo (nel caso di humidor piccoli) delle listarelle di legno (quelle che si trovano nelle scatole dei sigari, impiegate per separare le 2 file di sigari, sono perfette).
– umidità troppo alta: si procede togliendo i dispositivi di umidificazione dall’humidor. Se l’umidità si abbassa e si porta al livello voluto allora si deve stare attenti alla quantità di acqua che si inserisce in questi dispositivi, forse si era esagerato. Se l’umidità non cala, allora (sempre a dispositivi rimossi) si lascia aperto l’humidor, in modo che l’umidità esca nell’ambiente. Quanto lasciare l’humidor aperto? dipende. Possono bastare 15 minuti, ma può servire anche un’ora o una giornata nel peggiore dei casi. Dipende da quanto è alta l’umidità, da quanto legno abbiamo (più legno c’è, più serve tempo per far si che rilasci la sua umidità), e da quanto è umido l’ambiente nel quale è posto l’humidor (se è molto umido anche tenendo aperto l’humidor non avremo dei grossi vantaggi).
Un’altra problematica è il mantenimento costante dell’umidità. Il problema si risolve impiegando dei dispositivi che siano in grado di rilasciare ed assorbire umidità nell’ambiente (come i beads, clicca qui).