Da qualche anno a questa parte sono molti gli aficionados che scelgono di conservare i sigari nelle giare, siano esse di vetro o ceramica. Il Trend è probabilmente alimentato, sia dalle ultime produzioni caraibiche (Cuba in primis), sia dalla scelta dei relativi importatori nazionali. Com’è facile intuire, se tale tipo di condizionamento è utilizzato per la vendita, soprattutto di edizioni speciali o commemorative, probabilmente suggerisce che i sigari trarranno beneficio da tale tipo di confezionamento di tradizione quasi secolare (le prime giare Partagas furono prodotte nel 1920 circa).
Cominciamo con il dire che con questi nuovi sistemi è possibile apportare un’ottima umidificazione, sia se l’intenzione è di conservare (per le pronte fumate), sia di invecchiare (nel lungo periodo).
La prima domanda: vetro o ceramica?
La scelta è indifferente, a patto di tenere in considerazione delle semplici regole. Il vetro è trasparente, a differenza della ceramica, ciò comporta che la luce, attraversandolo, possa apportare delle variazioni di natura cromatica sulla fascia dei sigari e biochimiche all’ambiente interno. Non parliamo di un “effetto serra”, ma il principio è grosso modo lo stesso: la luce penetra in un ambiente ermetico, riscalda l’aria, innalza l’umidità interna e l’ermeticità continua a trattenerla all’interno del sistema di umidificazione. Ragion per cui il consiglio, in caso optaste per un barattolo in vetro a tenuta ermetica (tipo quelli utilizzati in cucina per conservare pasta o altri ingredienti) è di schermarlo dalla luce. I sistemi possono essere diversi, dall’economica e pratica carta argentata, ai listelli di cedro dei box sigari, opportunamente sagomati e sistemati all’interno della giara.
Passiamo ora al sistema di umidificazione, tenendo presente che andremo ad agire su un ambiente molto più ermetico dei migliori humidor in commercio. Ragion per cui, riponendo all’interno del nostro “humidor low cost” dei sigari correttamente umidificati, non avremo bisogno di aggiungere null’altro. Tuttavia, proprio il voler rendere un anonimo barattolo di vetro o ceramica, il nostro scrigno per le fumate “di tutti i giorni”, lo espone alla necessità di aprirlo e chiuderlo diverse volte, il che significa che saranno apprezzabili gli sbalzi d’umidità. Inserire la classica spugnetta con la soluzione di acqua e glicolpropilene può essere molto rischioso: se non si controlla alla goccia la quantità di acqua che vi s’inserisce, si corre il serio pericolo di sovra umidificare l’ambiente (con i classici problemi che ne conseguono). La soluzione ottimale sono i sistemi di autocontrollo dell’umidità, come i “Beads” o le bustine Boveda: occupano poco spazio, poca attenzione, sono autoregolanti e duraturi nel tempo (i primi pressoché eterni, le bustine Boveda durano qualche mese).
Tali accorgimenti, tuttavia, non escludono l’utilizzo d’igrometri digitali che aiutino la verifica del tasso di umidità. E’ importante collocarlo ben in vista, in modo da controllare l’umidità senza aprire il coperchio.
Resta da chiederci perché preferire questo modo di conservazione/invecchiamento? Innanzitutto togliere i sigari dal loro originario condizionamento muta i sentori aromatici dei sigari, in particolare per i cubani, solitamente confezionati in box e cabinet in legno, senza l’utilizzo di cellophane. Questo stretto contatto fa sì che la maggior parte dei cubani, in fumata, sprigioni aromi di legno più o meno marcati. Ebbene, se si sceglie di riporli in una giara, dopo qualche mese i sigari perderanno questo caratteristico aroma e, incredibilmente, svilupperanno nuovi aromi, talvolta più delicati.
La caratteristica predominante che rende peculiare la conservazione in giara è il ridottissimo scambio di ossigeno con l’esterno. Il sigaro è un prodotto “vivo” che continua a migliorare e ad affinarsi col tempo. Nell’ottica della lunga conservazione o, dell’invecchiamento, la diversa interazione del sigaro con l’aria può rallentare o accelerare la maturazione del prodotto nel lungo periodo. Più il sigaro vivrà le stagioni climatiche, più rapidamente maturerà, al netto di alcune variabili, come quella della qualità dei tabacchi utilizzati. Al contrario, più lo scambio d’aria sarà ridotto, più lungo sarà il tempo di maturazione/invecchiamento.
Se il fine è far maturare i sigari per un lungo periodo, l’utilizzo di un elemento umidificatore diviene meno indispensabile (non inutile!), proprio perché non si necessita di aprire le giare spesso. Tuttavia la cura del fumatore che intende conservare per lungo tempo fa si che l’igrometro resti un elemento imprescindibile per ottime fumate future.
Per quanto riguarda i tassi di umidità, occorre distinguere a seconda che si opti per la conservazione o l’invecchiamento. Per la prima, vi consigliamo di attenervi ai vostri gusti di fumata: l’umidità che manterreste nei vostri humidor, andrà bene anche per la giara. Nel caso invece desideraste sperimentare un lungo invecchiamento sarebbe bene mantenere un tasso di Umidità Relativa basso, preferibilmente non oltre il 65%. Paradossalmente, nell’invecchiamento in giara non importa tanto la temperatura di conservazione (a patto di non lasciarla in posto a forte escursione termica), quanto la bassa umidità, il ridotto apporto di ossigeno, una buona tenuta ermetica e un’occhiata di controllo di tanto in tanto.