Al momento dell’acquisto di un sigaro (o di un box) sono molti i fattori che influenzano e determinano la scelta. Qualcuno è solito scegliere in base al colore della fascia, a seconda della cromia che, per sinestesia, più gli stuzzica l’acquolina oppure il prodotto con le minori imperfezioni manifatturiere. Altri optano per lasciare al naso la scelta: se il profumo è avvolgente, pronunciato o vicino a ciò che ci si attende dalla futura fumata, tanto basterà per condizionare l’acquisto.
Oltre a questi importanti indicatori, pochi sono i fumatori che si soffermano ad analizzare il piede del sigaro, nonostante esso sia in grado di raccontare molto di esso ed anche della seguente fumata. Al di là del consueto esame olfattivo, su di esso si può concentrare l’esame tattile per capire se l’umidità di conservazione è corretta. Se si opera con delicatezza, la parte finale del sigaro è la più elastica e meglio può reggere le compressioni esercitate dalle dita, al contrario del resto del corpo che, essendo più rigido, potrebbe risentire di sollecitazioni tattili.
L’occhio, però, è il senso con il quale possiamo carpire il maggior numero di informazioni dalla boquilla. Innanzitutto è subito percepibile quanto il riempimento sia generoso oppure scarso, fino ad arrivare agli estremi. Come intuibile, se il tabacco del piede risulta molto pressato e non si intravedono dei “punti d’aria”, ossia degli spazi fra le foglie che consentono il passaggio dell’aria, con buona probabilità quel prodotto avrà un tiraggio difficoltoso se non addirittura occluso. Viceversa, troppo spazio fra le foglie arrotolate ci rivela un prodotto che si esaurirà in breve tempo, in quanto con un maggior apporto di ossigeno, il tabacco brucerà più velocemente. Questo tipo di osservazione sulla quantità di tabacco torcido, osservabile nella boquilla, è l’elemento di maggiore importanza, quello che meglio potrà indirizzare la nostra scelta per l’acquisto.
Da un attento sguardo, poi, è possibile apprezzare quanto più o meno spesse siano le foglie di fascia e di sottofascia oppure il corretto posizionamento del ligero. Questa foglia (che conferisce forza al sigaro) è quella che, per ragioni chimiche-biologiche, ha una minore attitudine alla combustione rispetto alle altre, ragione per la quale viene inserita sempre al centro della tripa. Il ligero, a volte, è ben visibile nel piede del sigaro poiché è la foglia con una tonalità più scura rispetto alle altre ed è ubicata, come detto, al centro della sezione del sigaro.
Un aficionado particolarmente allenato, poi, riuscirà anche a scorgere ulteriori elementi che forniranno informazioni in più sulla manifattura, ma che non risulteranno necessari ai fini dell’acquisto, poiché poco incidono sulla fumata. Uno di questi, riguarda la tecnica della torcida, genericamente ricomprese nelle due pratiche maggiormente utilizzate: plisado ed entubado. Con la tecnica del plisado (letteralmente, piegato) le foglie sono ripiegate tipo fisarmonica per poi essere avvolte nella sottofascia. L’entubado prevede, invece, che ciascuna foglia di tripa sia arrotolata su sé stessa e poi insieme avvolte nel capote. Tuttavia la torcida secondo l’una o l’altra non apporta differenze in fase di fruizione.
In conclusione: occhio a partire col “piede giusto”!